(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

venerdì 23 aprile 2010

Cronache perugine (4)

Secondo giorno

Rassegna stampa esilarante al Brufani *****.
Sala in grande spolvero. Colazione gentilmente offerta da Vodafone. Mentre le moltitudini cingono d'assedio i tavoli di mescita di brioches, succhi di frutta e cappuccini, mi accomodo a un tavolino in pole-position giusto di fronte al megaschermo su cui saranno proiettate le pagine dei quotidiani spogliati. Diego Bianchi, in arte Zoro, è travolgente. Gli fa da contrappunto una ben più mite ma altrettanto simpatica spalla. Se il mio voice recorder non ha subito contraccolpi, come spero fortemente, dalla caduta accidentale della borsa a tracolla, dispongo della registrazione audio, che pubblicherò una volta rientrato alla base. Ottima iniezione di buonumore. Quasi quasi domani replico. Oggi il Joyce è aperto. Insalatona, mezza pinta di birra, tartufo bianco e caffè. Se non fosse per le volte a crociera rivestite di antichi mattoni, tutto qui dentro richiama le atmosfere di un autentico irish pub. E già m'immagino rubicondi ragazzotti intenti a tracannare birra e scagliare i loro dardi contro i bersagli circolari che troneggiano alle mie spalle.
Nel primo pomeriggio, come da programma, vado a sentire cosa racconta Mimmo Calopresti (e altri) del rapporto fra la stampa e i movimenti di protesta studenteschi dal '68 al 2008. Mimmo è il regista dell'emozionante instant-movie sulla strage alla Thyssen-Krupp. Vengono proiettati scatti in bianco e nero di Tano D'Amico, di un lirismo d'altri tempi. Presso la basilica di S. Pietro è in corso una mostra di ceramiche. Manifattura Rubboli, di Gualdo Tadino. Scendendo le rampe sinuose di Sant'Ercolano mi dirigo allora verso borgo XX giugno con caparbia indolenza. Arrivato sul posto non individuo subito l'ingresso della mostra, quindi entro in chiesa. Quella stessa aula dove lo scorso anno avevo ascoltato un oratorio di Bach, per iniziativa degli Amici della musica. Ne approfitto per concedermi una lenta passeggiata nell'orto medievale dei monaci benedettini. Quelli che in un XX giugno della seconda metà dell'Ottocento, diedero asilo ai patrioti perugini che difendevano la città dall'assalto degli svizzeri papalini. Tutt'a un tratto mi sento come Adso da Melk nel Nome della rosa. Raffinata oasi di serenità con vista sulla parte urbana sottostante. Guidato dall'istinto del turista curioso rintraccio la mostra e la percorro prima di essere travolto da una classe di liceali. Sulla via del ritorno sosta al vasto museo archelogico nazionale. E' la settimana della cultura, dunque si entra gratis. Preziosa mostra di oreficeria etrusca. Approfitto dei servizi igienici, sottodimensionati ma puliti, prima di essere fagocitato dall'ennesima falange di liceali in gita scolastica.
Rapida cena e poi si va a sentire Gualtiero Bertelli.




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