Mattina al Brufani, dove si presenta una mostra fotografica dell'UNICEF che andrò poi a vedere alla Rocca Paolina. In seguito, Giulio Anselmi e altri dibattono del futuro della professione. Provo l'ebbrezza della procedura di registrazione per usufruire della connessione wireless offerta dal Festival. Il tutto si conclude in non più di 5', malgrado ID e password alfanumerici, case sensitive e polisillabici. Fantastico!
Il pub prescelto per un frugale pasto è chiuso. Ripiego sulla taverna greca. Idem. Mi rassegno allora al ristorante suggerito da Gianna, che già non m'ispirava. Corrente d'aria fredda che mette a repentaglio la giugulare. Me ne vado, non senza aver fatto cadere la mia borsa a tracolla ripiena di fotocamera digitale, netbook e voice recorder. Mi tremano le vene dei polsi e faccio voti alla Madonna di Loreto. Scoprirò più tardi che la mia improvvisa devozione mariana ha scongiurato solo in parte la temuta catastrofe. L'Aspirone si accende, fa il boot-strap, ma non carica winzozz e si spegne con una pernacchietta. [... omissis ...]
Le viscere della Rocca Paolina sono sempre cariche di suggestione, specie per le belle mostre fotografiche che vi sono ospitate: foto dei bimbi dell'UNICEF e tre reportage sul terremoto dell'Aquila. La mente va al maggio 1976.
La sede espositiva della Fondazione Cassa di risparmio si trova in corso Vannucci, naturalmente, in uno sfarzoso palazzo dove le sale hanno pareti damascate, console di legno dorato, pavimenti di parquet intarsiato e monumentali lampadari veneziani che incombono minacciosi dai soffitti. Vi è ospitata la mostra di alcune grandi tele di un pittore umbro del Cinquecento, Federico Barocci. Deposizioni multiple di cristi dalla croce, madonne, soggetti sacri. Visitare un palazzo del genere alle sei di sera, piacevolissimamente deserto, mentre nel corso impazza la movida, non ha prezzo!
In serata, Giuliano Ferrara presenta l'ultimo libro di Gad Lerner. Per completarne la lettura mi mancano solo poche pagine. Sul programma del Festival Ferrara scrive di questo libro che si tratta di uno fra i più belli della stagione. Sottoscrivo. Gad si mette a nudo con magici esiti. Scintille. Frìscule.
Giuliano Ferrara è indisposto e non si presenta. In compenso appare una figura già vista in centro storico. Un vecchietto vestito di sacchi di juta e rigorosamente a piedi nudi che riesce a scucire qualche spicciolo anche allo scrittore ebreo. Si cena alla Tana dell'Orso. Pecorino uvetta e miele con pane sciapo, quiche di verdure, ottima birra. Da evitare se si ha fretta...
__oOo__oOo__oOo__
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)