
Dopo averci rimesso la faccia al primo turno delle amministrative di Milano, e dopo quasi cinque giorni di meditativa clausura, Berlusconi è ricomparso con una vera e propria invasione sistematica della varie reti televisive e radiofoniche. E con i soliti temi che globalmente e in sintesi enunciano: «Se non voti per me sei comunista». Ahinoi! Ma qualcuno spiegherà mai al premier l'essenza di una vera destra liberale dalla quale la "sua destra" è lontana anni luce? Ma questo è un altro discorso.
E torniamo quindi al dopo elezioni. A parte il ritardo con cui Berlusconi ha ritenuto di dover intervenire sul risultato elettorale (un premier si vede più nella sconfitta che nella vittoria, e un vero premier va dinanzi alle telecamere subito dopo l'esito elettorale - qualunque esso sia - e non dopo 5 giorni), è volgare e vergognoso il modo in cui Berlusconi ha fin qui usato i vari mezzi di comunicazione sia pubblici (la Rai che con due canali su tre supporta il Pdl) sia privati (le reti Mediaset, ossia le sue reti) e anche alcune emittente radio. Bersani ha paragonato questa vera e propria invasione dei media ai metodi utilizzati nella Bielorussia, ma credo che quanto si sta verificando nel nostro paese non trovi riscontro né in Bielorussia né in altri Paesi seppure a regime dittatoriale. E la commissione di vigilanza Rai comunica intanto che interverrà solo martedì 24, ossia solo quattro giorni prima del ballottaggio. Ossia dopo che il premier avrà avuto l'opportunità di blaterare con continuità almeno fino a quella data. Perché questo uso dei media è indecente e vergognoso? È presto detto. Anzitutto il proprietario di mezzi di comunicazione di massa non sarebbe dovuto entrare in Parlamento neppure per un solo giorno. La partecipazione attiva alla vita politica nazionale doveva infatti essergli inibita per ineleggibilità fin dal primo istante a meno che, come recita la norma, non si fosse liberato delle sue reti prima della fatidica scesa in campo. Ma su questo argomento, che va sotto la generica definizione di conflitto di interessi, ci sarebbe molto da dire e da criticare anche con riferimento alle responsabilità dell'opposizione e di tutte le forze politiche. Che subito avrebbero dovuto alzare gli scudi e serrare le porte di Camera e Senato. Ma le leggi, e in particolare alcune leggi, per alcuni ben individuabili cittadini sono come i trattati per Bismarck: carta straccia. In secondo luogo, poiché era ampiamente prevedibile, ed era stato fra l'altro annunciato, l'uso che il premier avrebbe fatto delle reti televisive e radiofoniche dopo la sconfitta milanese, la vigilanza Rai sarebbe dovuto intervenire con la massima tempestività riportando gli interventi entro l'alveo, tuttora vigente, della par condicio. In terzo luogo è da considerare la prepotenza e l'arroganza - non certo sorprendenti -, del premier che come sempre, continua a ritenersi cittadino non solo detentore delle verità, ma anche al di sopra degli altri cittadini, cui è quindi lecito scavalcare qualsiasi argine legislativo, qualunque norma, piegando tutte le regole e sovvertendone il dettato a suo piacimento e unicamente a suo vantaggio. Perché, anche ammesso, ma - vale ripeterlo - non è concesso, che il premier proprietario di svariati mezzi di informazione, sia potuto entrare in politica per l'altrui distrazione, buon senso, buon gusto, buona educazione e un certo fair play avrebbero dovuto suggerirgli di non abusarne e di osservare anzi, nella competizione, un rigoroso atteggiamento di lealtà. Mi rendo conto che queste mie osservazioni sono di natura etica, di etica politica che poi non è altro che il riflesso di un'etica soggettiva a cui volgarità e prepotenza sono caratteristiche del tutto estranee. E quindi mi rendo anche conto che le medesime osservazioni, al premier e ai suoi sodali, suoneranno risibili, idealistiche. Il nazista Himmler era solito dire che quando sentiva parlare di cultura la mano gli correva alla pistola. Parimenti, parlare a questo premier di etica e fair play e come mostrare un mazzo d'aglio a un vampiro.
dal Messaggero Veneto del I giugno 2011di Nico Grilloni (presidente del movimento Italia onesta)
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)