e le note vengono aggiornate di quando in quando)
giovedì 14 dicembre 2017
Indietro tutta!
Ieri sera Rai2 ha ricordato con una trasmissione amarcord i trent'anni di Indietro Tutta!, uno dei prodotti televisivi meglio riusciti di Renzo Arbore. Nel 1987 io svolgevo il mio servizio militare a Tolmezzo, Battaglione Alpini d'Arresto Val Tagliamento (ormai disciolto da un po' causa venir meno della guerra fredda e anche perché ormai gli apprestamenti difensivi terrestri vengono giudicati poco efficaci, dato che si sta un attimo a elitrasportare un'intera divisione corazzata oltre confine, bypassando qualsiasi sbarramento, figurarsi le opere fortificate). In quel periodo (prima del mio arruolamento, ma, occasionalmente, anche durante) prestavo i miei servigi musicali in una sgangherata mini-orchestra due-camere-e-cucina
sabato 2 dicembre 2017
Il presepe di Nello
Quando i paesi di provincia non erano ancora città, i centri commerciali non esistevano e anche i supermercati non erano poi così diffusi. Stiamo parlando degli anni Settanta del secolo scorso, ma, a ben vedere, non è che sia passato poi molto tempo. Così come nel far West dei fumetti, esistevano allora in ogni paese dei "drugstore", piccoli bazar dall'assortimento certo limitato, ma in grado di soddisfare ad ampio spettro le esigenze dei consumatori dell'epoca. Noi si andava da Nello. Siccome la rete di distribuzione del gas metano non era ancora così capillare come ai nostri giorni, in casa ci si scaldava con una cucina economica a legna e una stufa a cherosene in grado di offrire il suo tepore all'intera abitazione.
martedì 21 novembre 2017
Portàteli a casa vostra!
Per quanto trita e ritrita, frusta e consunta, questa esortazione ricompare tuttavia in ogni dibattito "social" che si rispetti. Urlata, per lo più; accompagnata da confacente corredo di punti esclamativi, utili, nelle intenzioni delle Anime Candide, a riaffermare la perentorietà del Verbo sottaciuto da tutti i media mainstream (ci si riferisce qui a un candore dialettico, sia mai...). La gestione dei flussi migratori è un tema che interesserà la parte più ricca del mondo per i prossimi decenni. Sulle modalità, le soluzioni, le strategie a breve e medio/lungo termine da adottare per affrontare i problemi complessi e gravosi che saremo, tutti, chiamati a trattare, le opinioni possono divergere. Non c'è dubbio. Il confronto è salutare in ogni società civile. Ridurre il dibattito a uno scambio di slogan rivela la fragilità delle proprie argomentazioni, spesso soltanto terreno di risulta della propaganda politica, del pregiudizio o di un provincialismo che costringe la vista entro l'orizzonte segnato dal proprio campanile.
domenica 19 novembre 2017
Fenomenologia del gentista ruspante
Per quemcunque casum fit interrogatio, per eundem debet fieri responsio. Così ammoniva il grammatico. Nel rispondere a una domanda, in latino bisogna utilizzare lo stesso caso impiegato dall'interrogante. Avvenne allora che un pontefice, a cui maldestramente fu posta una questione usando il caso sbagliato, per sottolineare l'errore riprese lo stesso caso nella sua replica, amplificando così lo strafalcione e svergognando l'incauto somaro. Per estensione, questo precetto può diventare una regola di vita salutare ed efficace, che applico volentieri ai miei interlocutori più recalcitranti nella pratica del fair play.
domenica 5 novembre 2017
C'era una volta il Sindacato
C'era una volta il Sindacato. Quello di Giuseppe di Vittorio, quello che lottava per i diritti dei lavoratori, che stava al fianco degli operai e ne tutelava le condizioni di lavoro. Col passare del tempo i diritti si sono affievoliti e la funzione del Sindacato pure, col rischio che la necessità perfino della sua esistenza potesse essere messa in dubbio. Allora si sono moltiplicate le sigle e i sindacati hanno iniziato ad occuparsi di un sacco di altre faccende, trasformandosi in holding di servizi. Quando il proprio impiego è giunto al termine (per le ragioni più diverse), il lavoratore può rivolgersi al patronato, che istruisce la pratica per il pensionamento o per gestire la mobilità e la disoccupazione, così come le richieste di indennità a fronte di patologie invalidanti.
sabato 4 novembre 2017
Radici - Roots
"Colpito in fronte da nemica palla", di Bruno Gambarotta, è uno dei titoli della collana Millelire che conservo con malcelato orgoglio nella mia piccola collezione. Nelle sue pagine il popolare giornalista e scrittore trascrive una serie di curiosi epitaffi, uno più divertente e singolare dell'altro, raccolti nel suo vagabondare per cimiteri. Mi sono lasciato tentare anch'io da questo macabro girovagare salendo a Claut, là dove sono le mie radici.
giovedì 2 novembre 2017
Il CO.RI.CA.MA.
L'imprevisto e forzato soggiorno in Pedemontana non cessa di procurarmi gradite sorprese. Da viaggiatore scafato so muovermi con curiosità in ogni ambiente nuovo o (parzialmente) sconosciuto, così amo fare incetta di informazioni di ogni genere, percorrere a piedi o in auto vie inesplorate e chiacchierare con ogni indigeno che si dimostri ben disposto al dialogo. Son tornato oggi allo splendido museo dell'arte fabbrile di Maniago, che già conosco e dove vidi anni fa un'interessante mostra sui cavatappi realizzata in collaborazione con il museo di Barolo (meta di successiva escursione).
lunedì 9 ottobre 2017
Dialogo e ascolto
Lettera aperta a Giorgio Simon, direttore generale Azienda per l'Assistenza Sanitaria n. 5 - "Friuli Occidentale"
Sto assistendo continuativamente da alcune settimane una madre 87enne alle prese con invalidanti acciacchi dell’età e, di conseguenza, mi trovo a usufruire del nostro sistema sanitario in maniera piuttosto intensiva. In linea generale devo riconoscere che il livello di servizio si è sinora dimostrato al di sopra delle aspettative: la prenotazione degli esami diagnostici tramite le farmacie funziona e i tempi di attesa nel mio caso si sono rivelati più che accettabili. In occasione di un recente ricovero di mia madre presso l’ospedale di Spilimbergo ho potuto apprezzare la perizia, disponibilità, umanità e cortesia del personale infermieristico, tanto al pronto soccorso che in reparto.
Sto assistendo continuativamente da alcune settimane una madre 87enne alle prese con invalidanti acciacchi dell’età e, di conseguenza, mi trovo a usufruire del nostro sistema sanitario in maniera piuttosto intensiva. In linea generale devo riconoscere che il livello di servizio si è sinora dimostrato al di sopra delle aspettative: la prenotazione degli esami diagnostici tramite le farmacie funziona e i tempi di attesa nel mio caso si sono rivelati più che accettabili. In occasione di un recente ricovero di mia madre presso l’ospedale di Spilimbergo ho potuto apprezzare la perizia, disponibilità, umanità e cortesia del personale infermieristico, tanto al pronto soccorso che in reparto.
sabato 7 ottobre 2017
Team building
Nella primavera del 1990 mi trovavo a Milano per frequentare il corso titoli, assieme a una quindicina di altri colleghi provenienti un po' da tutt'Italia. Del gruppo faceva parte un genovese giocherellone, provetto accompagnatore con la chitarra acustica e sorprendente esecutor di trallallero; un terzetto di romanacci, tra cui un aspirante cantautore con apprezzabili doti musicali; un napoletano dall'ironia sferzante; un parmigiano che avrebbe presto assunto incarichi di rilievo nel nostro centro contabile; una bresciana, una goriziana, una meneghina; un giovane novarese sosia del ministro De Michelis che avrei ritrovato più in là a Pordenone. E altri. Il corso era piuttosto impegnativo, tanto dal punto di vista tecnico/procedurale che normativo: si trattava per molti di noi (quasi tutti) di entrare in un mondo sconosciuto, affascinante e complicato, del quale avremmo dovuto diventare esperti, ognuno per ragioni diverse in relazione al proprio sviluppo professionale.
giovedì 5 ottobre 2017
Medici&Pazienti (molto pazienti...)
Con il mio medico di base, che mi conosce da qualche decennio, si è stabilito un solido rapporto di fiducia e dialogo, tanto da rendermi piuttosto preoccupato per il suo prossimo pensionamento (che grazie alla riforma Fornero, tuttavia, non me ne voglia, dottore, forse verrà posticipato ancora un po'). Però il problema sarà trovarne un altro all'altezza. Tre anni fa, fra Natale e Capodanno, essendo il mio medico curante in ferie, ho avuto necessità di consultare un sostituto. Una notte avevo chiaramente avvertito di non stare bene ed ero consapevole che avrei di lì a poco vomitato. Sono quindi entrato in bagno preparandomi per l'evento.
domenica 1 ottobre 2017
La ferrovia che ritorna
Con i suoi 74 chilometri di sviluppo, la linea ferroviaria Gemona-Sacile collega fra loro i seguenti centri della nostra regione: Sacile, Budoia, Polcenigo, Aviano, Montereale Valcellina, Maniago, Cavasso Nuovo, Meduno, Travesio, Castelnovo, Pinzano, Forgaria, San Daniele, Majano, Osoppo, Gemona del Friuli. Il bacino territoriale servito è tuttavia ben più ampio. La sua inaugurazione risale agli inizi del secolo scorso. Dal 2012 la circolazione dei treni è sospesa a causa di un incidente. Il prossimo 10 dicembre è prevista la sua riapertura per un regolare servizio di trasporto locale da Sacile a Maniago ed entro l'anno successivo si conta di garantirne il completo ripristino.
martedì 26 settembre 2017
Arditi di ieri e di oggi
"Il ventinove luglio/quando si taglia il grano/è nato un fiero ardito/con un petardo in mano /Bin, bon, ban". Gli Arditi nacquero il 29 luglio 1917 a Sdricchia di Manzano da un'idea del maggiore Giuseppe Alberto Bassi, classe 1884, udinese. In prossimità del centenario di Caporetto (24/10/1917), devo al sempre ottimo Paolo Medeossi queste informazioni per me succulente. Soldati agili e veloci, con le mostrine nere. Volontari con particolari doti psicofisiche, integrate da uno specifico addestramento e con armamento leggero costituito da bombe a mano e pistole mitragliatrici. Mentre leggo il Messaggero Veneto di oggi, il pensiero torna veloce al nonno "Tone", il nonno materno della campagna d'Africa, da cui riportò souvenir per me sempre stati preziosi. Nella Grande Guerra "Tone" era stato un Ardito e in paese la qualifica lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, assieme ai galloni di sergente maggiore conquistati sul campo e al cavalierato di Vittorio Veneto di investitura presidenziale.
lunedì 25 settembre 2017
Il riposino pomeridiano
Intimoriti dalla piega che presero i fatti, specie nelle grandi città industriali del settentrione, dal '68 in avanti, i miei genitori nel 1970 si trasferirono a Pordenone. Piazza Carducci, quartiere di Villanova. Un appartamento in affitto, in attesa della casa dei sogni, dove poter allevare galline e conigli e coltivare la terra nei fine settimana. L'accoglienza del neonato capoluogo di provincia non fu delle migliori. Al risveglio, in un giorno qualunque, mio padre ebbe la sorpresa di non trovare più il suo autocarro, che per forza di cose la notte doveva lasciare incustodito sulla strada, sotto casa. Fonte di sostentamento per l'intera famiglia. Il mezzo fu impiegato per compiere un furto e, per fortuna, ritrovato di lì a breve dai carabinieri. In quel tempo il giovane di casa trascorreva le sue giornate all'asilo Santin, che sorgeva di fronte all'omonimo hotel, là dove ora trovan posto gli uffici dell'Italgas.
sabato 23 settembre 2017
La Prima Portinaia
Due anni fa tornai per una settimana a Torino per ragioni di lavoro. La banca mantiene nel comune di Moncalieri uno dei suoi mega centri elettronici con qualche migliaio di dipendenti, incluso l'asilo interno per i loro figli più piccini. Dalla stazione di Porta Nuova passano ogni mattina alcune navette aziendali che fanno la spola con Moncalieri e altrettante in senso contrario la sera riportano a casa i lavoratori del credito. Col tragitto mattutino ripercorrevo dunque tutta via Nizza, superando il Lingotto per poi traguardare l'ospedale delle Molinette, che mi diede i natali. Quando arrivavo all'altezza del civico 141 mi saliva regolarmente un groppo in gola: lì si era svolta per alcuni anni la vita della mia famiglia. Al rientro serale, invece, lungo via Madama Cristina si incrociano via Millefonti e via Tèpice. In via Tèpice abitava Marcella, la tata a cui mia madre mi affidava di tanto in tanto per poter lavorare senza l'assillo di dover allo stesso tempo badare anche a me.
venerdì 22 settembre 2017
Sono soltanto parole
Fra di loro i miei genitori han sempre parlato nel friulano di Claut, che è più aspro e cavernoso del folpo che si parla a Cordenons, mentre a me si rivolgevano abitualmente in italiano, fatte salve le invettive. Dato che la valle non ha mai offerto grandi possibilità di lavoro, i clautani sono abituati a emigrare per cercar fortuna, in Italia e all'estero. Agli inizi del secolo scorso molti di loro, in genere le donne, si inventarono venditori ambulanti e percorsero a piedi distanze che oggi giudicheremmo irraggiungibili. Così fecero anche le mie nonne, portandosi appresso i figlioli più grandi e pesanti sacchi di juta ricolmi degli utensili che gli uomini avevano intagliato nel legno durante l'inverno. Queste donne avevano elaborato una sorta di linguaggio in codice per comunicare fra loro senza essere intese dagli estranei,
martedì 19 settembre 2017
Biel lant atôr
Lasciata alle spalle la Bràida e guadagnata la vicina ancona posta a presidio del crocicchio, da lì si snoda una sinuosa stradina che porta alla regionale per Spilimbergo. Ai suoi lati s'incontrano lacerti di vecchi muretti in sasso usi a cingere le cente e qualche rara casa. La stretta striscia di asfalto inizia a fendere poi per un tratto non breve una rigogliosa vegetazione priva di tracce umane, che par di entrare in un'altra dimensione. E in quell'oasi di natura e silenzio ci si smarrisce volentieri. Al termine dell'oblio conviene ritrovare presto i sensi, perché l'innesto con la trafficata camionabile non consente distrazioni. Si sbuca in prossimità del Santuario che il popolo conosce come "Madonna di strada" (i meno devoti noteranno più facilmente lo storico ristorante "Edelweiss"). Scrive Pier Carlo Begotti, in un saggio inserito nel monumentale volume "Fanna - La sua terra, la sua gente", dato alle stampe giusto diec'anni orsono:
domenica 17 settembre 2017
Co ierimo putei
Dalla soffitta delle meraviglie, che custodisce tesori i inimmaginabili accumulati nel corso di più vite, ho tratto un radioregistratore. Sì, proprio di quelli ancora in grado di riprodurre le antiche musicassette. Di quelli che, nel riprodurle, riuscivano accidentalmente a svolgerne il nastro, sfuggito alla custodia plastica come un'interminabile anguilla magnetica. E per riavvolgerlo si usava la penna Bic. Con tanta pazienza. La radio funziona ancora bene. Musicassette a portata di mano non ne ho, ma ne recupererò qualcuna per testarlo. Casualmente la sintonia si è tarata sulle frequenze della radio regionale, che la domenica mattina trasmette ancora "Vita nei campi". La musica della sigla è sempre quella da almeno trent'anni e così i jingle introduttivi delle singole rubriche: allegre marcette e vezzosi valzerini da sagra d'altri tempi, di quelle feste paesane in cui l'orchestra di Secondo Casadei suonava in acustico
sabato 16 settembre 2017
Zorro e lo strucolo de pomi
Se non ricordo male fu sempre il mio primo Vicino/Lontano, a Udine, che mi permise di conoscere Anna Maria Mori, intervenuta per presentare il suo libro "Nata in Istria". L'emozionante prova di impegno autobiografico della giornalista inizia presentando l'anziana madre, malata di Alzheimer, che la figlia accudisce. L'autrice fa un lavoro di recupero delle memorie familiari, offrendoci la storia di una delle tante famiglie di esuli istriani che dovettero abbandonare la propria terra, la casa, gli affetti, i morti perfino, a causa del perverso concatenarsi degli eventi storici. Travolta da uno tsunami che la sconvolge, Anna Maria si ritrova a cercare in ogni modo di rinverdire i ricordi dell'anziana genitrice. Lo smarrimento iniziale, la frustrazione di veder cadere nel vuoto ogni tentativo di recupero della sua memoria vengono superati quando si accende l'idea di "rimettere le mani in pasta", rispolverando una ricetta semplice della tradizione. "Dai, mama, fazemo lo strucolo de pomi!".
venerdì 15 settembre 2017
Il caso non esiste
Quelle che noi chiamiamo "coincidenze" sono in realtà "risorgive": vi è un disegno preordinato e misterioso che scorre nel sottosuolo delle nostre esistenze e assume la forma di una rete di fiumi carsici. Una rete impalpabile che tiene uniti nodi spazio-temporali apparentemente scollegati. Ennesima prova della nostra pochezza all'interno del Cosmo. Nel dicembre del 1990 mia madre era a letto immobilizzata e lo sarebbe rimasta per i successivi tre mesi. Era stata investita da un'auto mentre con la sua bicicletta solcava sicura le vie di Pordenone in quel brutto incrocio all'altezza delle casermette di via Molinari. L'investitirice stava andando al lavoro, al vicino ospedale civile.
giovedì 14 settembre 2017
Ad altiora nati sumus
Nel dicembre del 1990 mi accingevo a dare uno degli esami che costellavano la carriera dei Collaboratori di una Signora Banca, che oramai vive soltanto nel ricordo di coloro che hanno avuto il privilegio di farne parte e alla quale gli attuali succedanei non sarebbero nemmen degni di allacciare i calzari (me la tiro, lo so, ma ne ho ben donde). Una volta superata la prova, a coronamento di tre anni di formazione itinerante svolta sul campo in numerose filiali dislocate sul territorio nazionale, e inframmezzata da corsi di cui oggi si è persa memoria, di quelli tenuti da formatori veri, durante i quali bisognava studiare sul serio perché le materie presentavano complessità tecniche, giuridiche, procedurali e di normativa interna (che nel tempo si sono moltiplicate...), fui finalmente ammesso al cospetto del capo di Organizzazione.
lunedì 11 settembre 2017
Il micio appendino
Il micio appendino ha un fratello gemello. Entrambi sono frutto della mia mattiniera incursione in un negozietto poco distante dalla chiesa di San Francesco, a Udine. Era il mio primo Vicino/Lontano, quando incontrai Shirin Ebadi, leonessa di Persia, feci la conoscenza con "l'amico Isaias" e mi gustai alcuni esilaranti filmati made in Romania, che se ci penso, ancora mi scompiscio. Tanto per darne un assaggio, citerò l'episodio della problematica uccisione del maiale, che venne infine rinchiuso nella cucina di un appartamento trasformata in camera a gas. Una volta accertatisi che la bestia era morta il locale fu arieggiato per consentire l'ingresso ai carnefici. Dopo l'esecuzione occorreva scotennarlo e qualcuno ebbe l'idea di passare un cannello acceso sul corpo dell'animale, gonfio di gas come una zampogna. L'esplosione demolì mezzo palazzo.
domenica 10 settembre 2017
Giustina Caffettiera
Era il dicembre del 1989 e la filiale COMIT di Udine mi ebbe in dote per i soliti due/tre mesi di addestramento/sfruttamento. I "carichi DC", ossia il personale nomade a carico della Direzione Centrale della Banca, il cui costo non gravava sul bilancio delle filiali, erano tradizionalmente più disponibili, mediamente più preparati e di gran lunga più motivati dei colleghi "stanziali". Insomma, un corpo d'élite, selezionato e monitorato con l'attenzione che merita una classe dirigente in formazione. Si approssimava il Natale, e con le festività anche il tempo dei regali. In piazza San Giacomo mi concessi il mio primo e unico capo Missoni, un gilettino di lana che a quasi trent'anni di distanza fa ancora la sua splendida figura (e meno male, considerato l'investimento...).
sabato 9 settembre 2017
Fanna
L'hanno ribattezzato "Curtîf barbeirs", con una di quelle targhe metalliche dallo sfondo marrone. Era la casa di Lino, il Figaro che ha accompagnato la mia infanzia. Quando il terremoto del 1976 distrusse anche la sua bottega, Lino continuò ad accorciare capelli e spuntare mustacchi in un prefabbricato sistemato nel cortile di casa. Del suo locale si era salvata l'insegna, che trovò posto sopra l'ingresso del prefabbricato. Ora è ancora là, un po' discosta dato che la barberia non è più in esercizio, pegno d'affetto di chi lo ricorda.
giovedì 7 settembre 2017
Veglie
Le notti di guardia in Charlie Bravo erano gelide e interminabili. Charlie Bravo è la caserma di Aosta intitolata a Cesare Battisti dov'erano acquartierati i due battaglioni AUC della SMALP. Nell'alfabeto fonetico NATO, in uso ai militari dei Paesi occidentali, la lettera “C” è “Charlie” e la “B” corrisponde a “Bravo”. Gli Allievi Ufficiali di Complemento della Scuola Militare Alpina lo imparavano fin dai primi giorni di corso. Quando in Italia esisteva ancora la leva obbligatoria, alcuni selezionati giovanotti in età da militare potevano offrirsi volontari per frequentare un corso della durata di cinque mesi e mezzo, al termine dei quali i superstiti avrebbero potuto fregiarsi della stelletta da sottotenente ed entrare così nel rango dei Signori Ufficiali, se pur soltanto per i successivi dieci mesi. A questi ufficiali ragazzini in servizio di leva era assegnato il grado più basso nella categoria degli “ufficiali inferiori”,
mercoledì 6 settembre 2017
Oremus et pro perfidis Judaeis
”Superata la porta [Furlana], sulla destra troviamo l'Osteria del Gallo, […] Proprio all'ingresso dell'edificio attuale, ricostruito appunto dopo il 1918, troviamo una calle, ancora pavimentata con sassi di fiume che snodandosi in salita porta sul retro del duomo di San Marco. […] La calle è nota anche come “calle degli ebrei” (o Ruga Conchona) perché conduceva alle abitazioni nelle quali risiedevano appunto i pochi ebrei di Pordenone. Non un vero e proprio ghetto, che non c'è mai stato a Pordenone, ma un modo di abitare tutti assieme, anche per proteggersi a vicenda. Va ricordato che la loro presenza a Pordenone è sempre stata, numericamente, trascurabile, nonostante gli Statuti della città li proteggessero,
lunedì 28 agosto 2017
L'accoglienza dei migranti - Un caso concreto
In merito alla distribuzione dei richiedenti asilo fra i diversi comuni della provincia si fa un gran parlare di responsabilità, colpe e solidarietà più o meno diffusa. A volte pare tuttavia che non si abbiano ben chiare le modalità con cui l'accoglienza è strutturata. Senza aver la pretesa di trattare l'argomento in maniera esaustiva (rimane tra l'altro escluso dalla nostra analisi il sistema S.P.R.A.R.), proviamo allora a esaminare un caso concreto e vediamo cosa ne viene fuori. Sul sito istituzionale della Prefettura di Pordenone è disponibile il testo del bando di gara con cui si è affidato il servizio di accoglienza per il 2017, protocollato con data 29/11/2016. Il fabbisogno di posti di accoglienza veniva allora determinato in 900 unità.
domenica 13 agosto 2017
L'etica dei Capitani coscienziosi
Ho avuto di recente un dialogo online con un medico locale, accalorato commentatore di ogni sorta di vicenda umana e con recenti ambizioni a ruoli istituzionali, a proposito della “questione migranti” che occupa ormai quotidianamente le cronache del vicino capoluogo. Riferendosi a una mia precedente risposta, sostiene il cerusico ch'io abbia l'abitudine di dare “un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Colpevole il governo che non affronta seriamente il problema, colpevole il sindaco Ciriani che vi fa fronte a modo suo” e domanda se saprei suggerire qualcosa di pratico agli amministratori di "destra". Dacché non sono abituato a liquidare temi complessi con qualche battuta, ho provato ad formulare una risposta più argomentata. Invano. Segue il testo della mia risposta.
Citerò Gilberto Govi: quando la nave arriva in porto sana e salva, il merito è del Capitano; ma se durante la navigazione anche soltanto uno dei suoi uomini ha il mal di pancia, la colpa è sempre del Capitano.
giovedì 3 agosto 2017
Siamo rimasti in...31
Alla SMALP (la Scuola Militare Alpina di Aosta) l’uniformità era una sorta di undicesimo comandamento, un mantra che accompagnava ogni Allievo Ufficiale nel corso del suo quotidiano addestramento. Durante un’escursione invernale in montagna, dato che uno dei ragazzi aveva scordato in caserma gli occhiali da neve (utili a proteggerci dal riverbero), l’intera compagnia dovette farne a meno. Per mantenere l’uniformità del reparto. Fuori da quell’enclave, invece, nell’Italia dei mille Comuni prevalgono da secoli originalità e autonomia. Il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali (più brevemente, TUEL) assegna 20 componenti ai Consigli Comunali dei Comuni da 10 a 30 mila abitanti. La Legge regionale 5 dicembre 2013, n. 19
martedì 1 agosto 2017
Dell'incomunicabilità
(Seduta del 31/07/2017)
Trascorso ormai l'anno sabbatico che ci fece renitenti all'agone comunale, conviene principiare questa cronaca del ritorno con qualche noterella di costume, che non pare lecito derubricare a frivolo pettegolezzo. Il Regolamento per la disciplina delle adunanze del Consiglio Comunale nella sua versione aggiornata è rintracciabile sul sito istituzionale del Comune a questo link (http://www.comune.cordenons.pn.it/zf/index.php/atti-generali/index/dettaglio-atto/table-atti-generali-public-page/2/atto/1). All'articolo 14 prescrive detto Regolamento che “Le persone che assistono alla seduta nella parte dell'aula riservata al pubblico devono restare in silenzio, essere vestite in modo consono, (...) mantenere un contegno corretto e astenersi da qualunque segno, di approvazione o di disapprovazione (...)”.
Trascorso ormai l'anno sabbatico che ci fece renitenti all'agone comunale, conviene principiare questa cronaca del ritorno con qualche noterella di costume, che non pare lecito derubricare a frivolo pettegolezzo. Il Regolamento per la disciplina delle adunanze del Consiglio Comunale nella sua versione aggiornata è rintracciabile sul sito istituzionale del Comune a questo link (http://www.comune.cordenons.pn.it/zf/index.php/atti-generali/index/dettaglio-atto/table-atti-generali-public-page/2/atto/1). All'articolo 14 prescrive detto Regolamento che “Le persone che assistono alla seduta nella parte dell'aula riservata al pubblico devono restare in silenzio, essere vestite in modo consono, (...) mantenere un contegno corretto e astenersi da qualunque segno, di approvazione o di disapprovazione (...)”.
domenica 9 aprile 2017
IJF2017 - Due
Sul finire degli anni settanta si usava denominare le piccole formazioni musicali che si esibivano nelle feste di paese con locuzioni tipo “7+1” (adattando il primo addendo all'effettiva consistenza numerica dell'ensemble). Il pezzo forte della mia giornata festivaliera mi attende in Sala dei Notari, dove apprendo di uno strano furto avvenuto nel 1999 ai danni di un caveau della Banca di Roma. La banda dei 5+1penetra nottetempo senza particolari difficoltà nella filiale che si trova nella città giudiziaria, dove sono custodite 900 cassette di sicurezza.
venerdì 7 aprile 2017
Chico e Rita
Mentre dallo stereo di casa fioriscono le note di un bolero che si alternano alla ritmicità del mambo, il pensiero va alla primavera del 1977, quando con Romeo e Antonella iniziammo la nostra avventura nella fisorchestra “Lo studente passa”. Ci furono consegnati allora una moltitudine di spartiti sciolti, pessime fotocopie leggibili a stento, che provvidi a ordinare in un raccoglitore con le tasche trasparenti. Facevano parte di quella prima dotazione anche due raccolte rilegate, che per praticità imparammo ben presto a chiamare “il 100” e “il 33”. Sulla copertina blu della prima pubblicazione stava scritto in caratteri cubitali: 33 anni per 111 successi, mentre la seconda, stampata a cura del Gruppo Editoriale Southern Music, con la stessa evidenza, ma qui il lettering è di color arancio su fondo verde scuro, riportava il titolo: 100 successi Sud Americani. Fu questo il mio primo impatto con la musica latina. A dire il vero, la raccolta, lungi dal rappresentare un compendio completo delle sonorità che offre l'intero continente, era invece limitata al sound caraibico-carioca.
giovedì 6 aprile 2017
IJF2017 - Uno
”E veniamo a ricordare la farmacia olocausta che nella sanguinosa giornata del XX giugno 1859 fu fatta oggetto delle cannonate dei mercenarii pontifici”. Presso la chiesa di San Domenico, nei locali di un'antica farmacia oggi si trova una raffinata enoteca. Esposto in una delle sue vetrine, su un leggio, sta un vecchio volume, forse una storia di Perugia, aperto sulle pagine che narrano le vicende di quel giorno infausto. Dal belvedere che sta di fianco ai giardini Carducci San Domenico si vede in primo piano, mentre sullo sfondo torreggia il campanile di San Pietro.
martedì 4 aprile 2017
IJF2017 - Prologo
”Siamo stati lavoratori disoccupati, provenienti da molteplici settori. Siamo stati piccoli imprenditori senza aver più le forze per iniziare una nuova impresa. Siamo stati ragazzi che non sapevano come entrare nel mondo del lavoro. Grazie allo strumento della cooperazione ci siamo trovati e abbiamo deciso di rimetterci in gioco...”
Nasce così nel 2014 la Società Cooperativa San Martino, che gestisce la taverna nel centro storico di Perugia in cui ho consumato la mia prima cena di questa ennesima tornata festivaliera. Musica anni '60 a far da sottofondo, piatti semplici e prezzi ragionevoli. Inchiavardato sulla volta in mattoni che sovrasta un piccolo palco per esibizioni acustiche un elegante basso elettrico nero. Sul palco un pianoforte verticale per le serate più allegre. Gli anni passano e anche la geografia dei locali nel centro città segue l'andar dei tempi.
Nasce così nel 2014 la Società Cooperativa San Martino, che gestisce la taverna nel centro storico di Perugia in cui ho consumato la mia prima cena di questa ennesima tornata festivaliera. Musica anni '60 a far da sottofondo, piatti semplici e prezzi ragionevoli. Inchiavardato sulla volta in mattoni che sovrasta un piccolo palco per esibizioni acustiche un elegante basso elettrico nero. Sul palco un pianoforte verticale per le serate più allegre. Gli anni passano e anche la geografia dei locali nel centro città segue l'andar dei tempi.
sabato 21 gennaio 2017
Operazione "Chimera"
La chimera è un mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi. Proviamo ad avventurarci in un esercizio di fantasia e immaginiamo allora che uno fra i maggiori gruppi bancari italiani, malgrado la perdurante crisi economica, decida di assumere del personale per la propria rete di sportelli. Supponiamo che la Banca voglia reclutare un certo numero di promotori finanziari con un contratto di lavoro innovativo e atipico, tale per cui i neoassunti saranno inquadrati come dipendenti dell'istituto per due giorni a settimana (part-time verticale), mentre per la restante parte del tempo saranno agenti retribuiti a provvigione sul venduto.
domenica 8 gennaio 2017
“Dove eravamo rimasti?”
Con queste parole Enzo Tortora emerse da uno scroscio di applausi che pareva non voler più terminare. Il pubblico del venerdì sera accoglieva all'impiedi il popolare conduttore di “Portobello” travolgendolo con un abbraccio affettuoso e chi lo seguiva da casa si fece prendere da un nodo alla gola. Tortora seppe vincere l'emozione e riuscì a ricambiare con uno dei suoi sorrisi da persona perbene. La scena appartiene alla trasmissione che segna il suo ritorno in TV dopo una tragica disavventura che pareva essersi finalmente risolta e si può rivedere anche online (questo il link del video https://www.youtube.com/watch?v=fTOKnzf0Ask)
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