Nella foto si vedono alcuni dei libri sistemati sul banchetto presente in oratorio a Cordenons, durante la serata anti-gender del 28/10. Fra i titoli ve n'è uno, in particolare, che bene illustra la posizione del Comitato pordenonese "Vogliamo educare i nostri figli" nei confronti dell'omosessualità: "Ero gay". Giova ricordare, a maggiore comprova, che il medesimo Comitato considera la decisione di cancellare l'omosessualità dal manuale diagnostico delle malattie mentali, assunta nel 1973 dall'American Psychiatric Association, un atto meramente politico (sottintendendo indebite pressioni da parte di non meglio precisate lobby, che avrebbero così viziato l'esito della decisione). In un mio recente dialogo virtuale con uno dei rappresentanti del Comitato mi si ricorda: Osserva giustamente il sacerdote e psicanalista Toni Anatrella, che nel 1973 “la questione scientifica è stata risolta non in funzione di studi, analisi o riflessioni, ma con un voto”: 5.816 a favore, 3.817 contrari, 367 astenuti... Quasi a significare che quei 10 mila professionisti della psichiatria abbiano deciso lanciando in aria una moneta. Anche soltanto volendo fare una rapida verifica online, la stessa Wikipedia dà una versione un po' diversa dell'accaduto. Nel 1973 la riforma Basaglia era ancora di là da venire. I manicomi italiani rinchiudevano dentro le loro mura un'umanità dolente carica di sofferenza e incomprensione. L'elettroshock era allora considerato un efficace rimedio terapeutico, praticato abitualmente nella cura di quei particolari pazienti. E gli psichiatri potevano trovare l'omosessualità elencata nel loro manuale diagnostico. Il medesimo interlocutore osserva poi che molti omosessuali vivono con disagio la loro situazione e ricorda che lo stesso "Pasolini (...) non era contento della propria condizione", a nulla rilevando, parrebbe, la diffidenza e l'ostilità che accompagnano quotidianamente le persone omosessuali nel loro percorso di vita (con intensità e forme assai diverse, beninteso, a seconda del momento storico e della latitudine).
Una volta chiarito il pensiero del Comitato sull'origine patologica dell'omosessualità, risulta più agevole comprendere la contrarietà più volte manifestata nel consentire che a scuola entrino i giovanissimi volontari di Arcigay, che nell'ambito del progetto regionale "Insieme per conoscerci" dovrebbero soltanto testimoniare la propria esperienza in rapporto all'omofobia: se l'omosessualità è una malattia, si può trasmettere come un virus contagiando chiunque venga a contatto con il malato. Meglio prevenire. In questo video, al minuto 7:40 e seguenti, si possono riconoscere alcuni degli intimiditi ragazzi in questione, mentre vengono presentati al convegno sul bullismo omofobico svoltosi a Udine il 17 maggio scorso. Che la ricerca scientifica non abbia ancora individuato le cause dell'omosessualità è un fatto. Che vi siano teorie e posizioni diverse in ambito accademico, pure. Che la Chiesa estenda il proprio magistero all'educazione sessuale è senz'altro legittimo, per tutti coloro che ne riconoscono l'autorità e ne accettano l'insegnamento. Che un tema come la fecondazione eterologa meriti una riflessione approfondita è altrettanto fuor di dubbio. Meglio sarebbe, però, evitare di confondere i ruoli e mischiare gli argomenti in un unico calderone, evocando la minaccia di catastrofi sociali estese quanto il mondo. Presentare la propria visione del mondo come se fosse una verità assoluta, negando ogni credibilità al pensiero dissonante, appartiene ai fondamentalismi.
Nella crociata anti-gender che impazza da mesi in tutt'Italia, occupando le pagine dei quotidiani e le piazze virtuali del web, più che sull'oggetto del contendere è interessante fissare l'attenzione sul metodo del confronto, che pare decisamente assumere dei contorni propagandistici. In quella che sempre più si va delineando come una battaglia a partiti contrapposti, vengono enfatizzati episodi paradossali ed eclatanti, al solo scopo di screditare gli "avversari" (vedasi la vicenda di David Reimer), si demonizzano le parole ("sesso biologico", "orientamento sessuale" e "identità di genere" sono soltanto alcuni dei termini ricompresi nella moderna edizione del riesumato Indice), si travisano funzione e contenuti di documenti e progetti (nei social network continua a tener banco la bufala della masturbazione infantile, la cui pratica sarebbe imposta dagli standard europei sull'educazione sessuale dell'OMS, così come rimane un evergreen la montatura architettata attorno ai fascicoli dell'UNAR destinati agli insegnanti), fino ad arrivare alla diffusione di notizie inventate e prive di riscontro (così come quando si è favoleggiato, con tanto di comunicati stampa inviati ai quotidiani locali, di finanziamenti milionari al progetto regionale di contrasto al bullismo omofobico "Insieme per conoscerci"). Quello che deve preoccupare, infatti, non è l'intolleranza in questo caso riversata sulle persone omosessuali e sulle loro rivendicazioni, ma la strategia manipolatoria messa in atto, che al bisogno può cambiare facilmente obiettivo. "Prima vennero a prendere gli zingari..." Questi versi mantengono inalterato oggi più che mai il loro valore di monito. Se al posto del "gender" ci mettiamo i migranti, ci rendiamo conto che le dinamiche sono simili: extra-comunitari mantenuti a spese nostre in hotel a 4 stelle, con wi-fi e piscina; milioni di sicari dell'ISIS pronti a salpare dalle coste libiche; invasione alle porte, ecc. ecc. Il tutto al solo scopo di accrescere un clima di paura, diffidenza, ostilità e risentimento verso i migranti e condizionare le decisioni politiche (in questo caso, la propaganda ha già sortito alcuni malaugurati effetti, con le proteste di piazza che hanno accompagnato l'arrivo di extra-comunitari in alcune località del vicino Veneto e in Lazio). Prima di affrettarsi a trarre conclusioni è bene quindi sottoporre a verifica scrupolosa tutte le notizie da cui siamo quotidianamente investiti, ricorrendo preferibilmente alle fonti primarie e by-passando ogni intermediario. Bisogna ritornare a dare alle parole il loro giusto peso. Occorre valutare con serenità di giudizio e una larga dose di buonsenso gli interventi di più o meno improvvisati predicatori che, forti della propria eloquenza, riescono spesso a convincere senza fatica i soggetti più facilmente suggestionabili. E ci si deve una buona volta impegnare a riconoscere ipotesi e supposizioni, distinguendoli da verità ormai accertate. Così come è bene diffidare di chi bussa alla porta di casa per venirci a proporre un affare, conviene insistere con ostinazione nel voler capire le cose col proprio cervel sutil, seguendo l'esempio del povero mugnaio di Montereale Valcellina, che a ragione di ciò finì nelle carceri dei Padri Inquisitori per poi essere arso vivo sul rogo. A maggior gloria di Santa Romana Chiesa.
Sintesi perfetta che condivido in toto.
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