La giornata inizia più tardi del solito. Il peso della vacanza comincia a farsi sentire, per cui s'indugia sulla branda un po' di più e ci si riposa. Le fette di buccellato riscaldate col tostapane sono una golosità e per colazione consumo praticamente soltanto di questo. Occorre omaggiare la donna del Guinigi, Jacopo e San Martino, dirigendosi finalmente al Duomo, dove si acquista un biglietto combinato che consente l'accesso anche al vicino museo della cattedrale, alla zona archeologica di S. Giovanni e agli innumerevoli scalini del campanile, per chi vuol godersi la città dall'alto. Il simulacro di Ilaria del Carretto non è l'unica opera di pregio custodita nell'edificio. Numerose sono le tele di autori di grido; la cappella della libertà, con sculture del Giambologna, è stata di recente restaurata, come testimonia il corredo fotografico esposto in loco. Quello che avevo scambiato per una sorta di "battistero interno” (la concitazione di questi giorni non mi ha consentito di affinare la preparazione turistico-culturale: non ho studiato le pur numerose fonti a cui ho attinto) si rivela in realtà essere il tempietto che custodisce il Volto Santo, un crocifisso in legno di noce festeggiato ogni anno in settembre con la “Luminara”.
… il vescovo Gualfredo, in pellegrinaggio a Gerusalemme, fu avvertito in sonno da un angelo dell'esistenza della sacra effigie. Dopo essersela fatta consegnare, ne affidò la sorte alla Divina Provvidenza ponendola sopra una nave senza equipaggio e senza pilota. L'imbarcazione giunse davanti al porto di Luni, ma non si faceva avvicinare da chi tentava di impossessarsene. Allora il vescovo di Lucca, Giovanni, avvertito da un angelo della presenza della nave con l'immagine del Salvatore, riuscì a salirvi e a scoprire il prezioso carico. Il dono agli abitanti di Luni di un'ampolla con il sangue di Gesù, contenuta nella statua, non riuscì a placare la contesa sorta per stabilire a chi dovesse essere affidata la Santa Croce. Fu stabilito di collocarla sopra un carro trainato da due giovenchi non domati i quali, lasciati liberi, si diressero verso Lucca. La luminara e la solenne processione della sera del 13 settembre, che ogni anno si snodano dalla basilica di S. Frediano alla cattedrale, sono in ricordo di quest'evento.La mattinata si conclude con un'accanita sessione di shopping, della quale per pudore si omettono i dettagli. Basti sapere che ci si è preoccupati di riassortire il parco abiti e accessori di abbigliamento, concedendosi un tuffo in un bazar di varie piacevolezze per la casa. Del resto, soltanto quando si è in vacanza si dispone del tempo necessario per attendere a tanto fastidiose incombenze... Dopo essere rientrati, per una opportuna sosta e scarico dei materiali, si riprende la via del centro storico, alla volta del museo diocesano, dove si ammirano i preziosi paramenti aurei del Volto Santo e altri pregevoli reperti che soltanto le curie sanno conservare. Nelle intenzioni ci sarebbe avanzato spazio anche per una visita al museo del risorgimento, inaugurato appena lo scorso anno e quindi fresco di allestimento. Ma il risicato orario di apertura dell'esposizione ci priverà del piacere della scoperta. Anche il museo del fumetto (ritentar non nuoce) rimane ostinatamente serrato per inventario, così tocca passeggiare senza meta per un po' tra i frenetici preparativi festivalieri. Si cena prestissimo da Ciacco, in piazza Napoleone, ottima vineria dove i calici si accompagnano a taglieri di formaggi e affettati, mozzarelle di bufala e insalate, col pane mantenuto caldo al riparo del proprio sacchetto di carta. Ambiente semplice ed economico. Da provare.
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)