Nel pomeriggio ci si avventura verso oriente, alla scoperta di nuove meraviglie. Si arriva così a Marechiare, per vedere 'a fenesta, addò 'a passione mia c'azzuzzulea. In una trasmissione televisiva di qualche anno fa (Processo al festival di Sanremo, del geniale Renzo Arbore) uno dei pool di avvocati coinvolti nel processo era formato da professionisti dello studio "Passalacqua, Pessotta e Murmurea"... Come si possono capire queste battute formidabili senza conoscere i testi delle canzoni tradizionali napoletane? La musica di Edoardo Bennato ha fatto da colonna sonora alla mia adolescenza. Devo a lui almeno una parte del mio carattere romantico e rivoluzionario. Nisida, Bagnoli, Campi Flegrei, l'Italsider, sono pillole di geografia umana e sentimentale che oggi si tramutano in immagini ed emozioni. Dal Parco Virgiliano scruto l'orizzonte sferzato dalla brezza. Respiro aliti di pace, odo i gabbiani e lo sciabordio dell'onde. E il naufragar m'è dolce, in questo mare...Piscatore 'e 'stu mare 'e Pusilleco
Ch'ogne notte mme sient' 'e cantà,
Piscatò, 'sti pparole sò llacreme
Pe' Maria ca luntana mme sta.
e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 19 marzo 2016
Vedi Napoli e poi... torni! (5)
Il brivido dell'imprevisto, giungendo questo inaspettatamente, riserva sempre intriganti sorprese. Volevo semplicemente prelevare dei quattrini al bancomat della vicina filiale della Banca. Entrambi i cash dispenser sono inservibili e un avviso scoraggia gli avventori. Saprò da un cliente in attesa che sono stati messi fuori uso da malintenzionati che volevano forzarli. Vabbè, preleverò allo sportello. La filiale è una di quelle “leggere”, dove ci sono soltanto due casse: una collega è impegnata con non si capisce bene quale problema anagrafico, mentre l'altro negozia una cessione di valuta con un giovane cliente schizzinoso sul cambio. Quando arriva il mio turno sfodero il bancomat e il tesserino del personale, avvisando che sono un collega. Bisogna verificare la corrispondenza del documento d'identità, ma noi non abbiamo accesso all'anagrafe di gruppo, dice la gentile signora: devo sentire il gestore. Le indico allora il modo per arrivare all'anagrafe di gruppo, ma non è sufficiente e scatta la telefonata in veneto. Sufficientemente rassicurata, la gentile signora abbisogna di codice ABI, filiale, categoria e numero di conto. Malgrado me lo abbiano recentemente cambiato, riesco a rispondere a tutte le domande e vinco un prelievo dal mio conto corrente dopo una mezz'ora di attesa trascorsa in parte a rabbonire il resto dei clienti che si erano via via assembrati di fronte alle casse... Quando scesi a Napoli la mia prima volta, nel 1989 per quel corso “estero-merci” che la Banca mi elargì in via di Santa Brigida, in pausa pranzo provai inizialmente a servirmi della mensa allestita in una saletta di palazzo Zevallos, ma la trovai poco appetibile. Così presi a frequentare la mensa del circolo ufficiali di piazza Plebiscito, che non distava molto dalla sede del corso: la qualità del cibo non era molto diversa, ma l'ambiente era senz'altro più distensivo. Mi toccò di condividere il desco con una non più imberbe discendente di cotanto Nobil Huomo, che mi accoglieva suadente, apostrofandomi u dottore d' 'a Comìt. Oggi ho dedicato la mattina al Palazzo Reale, che sta subendo opportuni restauri. L'accessibilità al Palazzo è limitata, alcune sale non sono visitabili, ma quel che rimane è comunque sorprendente, per il fasto e la monumentalità, per la ricchezza barocca delle decorazioni, per l'ampiezza delle sale. Dalle finestre si scorge un panorama mozzafiato sul golfo, con vista sul Vesuvio. Con un'anziana coppia di turisti torinesi stamani si discuteva in b&b della vastità, della ricchezza, della diffusione capillare del nostro patrimonio culturale, storico, artistico, naturalistico. E di quanto poco ne siamo consapevoli. E di quanto poco ancora questo patrimonio venga valorizzato. A Napoli si notano numerosi cantieri di restauro, che svolgono un'opera meritoria e rappresentano un investimento irrinunciabile. I lavori alla Reggia della Venaria sono stati grandiosi, imponenti per la mole di attività e le risorse impiegate. Ora però, noi e le generazioni future possiamo contare su un giacimento turistico-culturale che dispiegherà il proprio potenziale nei lustri a venire. A Passo di Monte Croce Carnico, se non fosse per un manipolo di volontari che si sta occupando della manutenzione dell'opera fortificata posta a presidio del confine settentrionale già ai primi del Novecento e la riaprono al pubblico un paio di volte l'anno con grande afflusso di visitatori, anche quel posto rimarrebbe abbandonato all'incuria e al degrado. Mentre all'estero riescono a far business con molto meno.
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