e le note vengono aggiornate di quando in quando)
martedì 15 dicembre 2015
Mammaliturchi!
Nella parlata di Montereale si sentono gli echi della Valcellina. Sarà forse a causa della posizione marginale del paese, addossato alle montagne che fanno da quinta alla valle, dove le condizioni di vita hanno sempre richiesto spirito di sacrificio e sviluppato un sentimento di solidarietà diffuso e persistente, sarà per la vivacità culturale che anima il borgo di Mènego Scandella, il mugnaio eretico che per merito di Carlo Ginzburg ha portato nel mondo il nome di Montereale e del Friuli; in ogni caso, l'attivismo di cui danno prova le associazioni di volontariato del paese si è dimostrato ancora una volta esemplare. A Montereale sono ospitati da alcuni mesi 10 migranti in prevalenza africani a cui se ne sono aggiunti di recente altri 13. Al fine di rendere concrete le parole che ruotano ogni giorno attorno alla questione "migranti" e che richiamano concetti di accoglienza e integrazione, i monterealini si sono organizzati, con l'appoggio del Comune, per consentire a queste persone di rendersi utili e prestare servizi alla comunità che li ospita. Ripristino di sentieri e piste ciclabili attraverso la pulizia, lo sfalcio dell'erba e della vegetazione infestante; pulizia di strade e aree verdi; raccolta del fogliame, taglio delle piante; attività di archiviazione presso la biblioteca comunale; Demba arriva dal Mali e fa il sarto: collabora con la Caritas locale per confezionare gli articoli che poi finiranno sui banchetti dei mercatini natalizi per la raccolta fondi, ripara e adatta il vestiario raccolto per i più bisognosi; si tengono corsi di lingua italiana senza troppe formalità per favorire un livello minimo di interazione e autonomia dei migranti. Tutto questo è stato realizzato ed è ancora in corso di svolgimento in un paese di 4.500 anime della pedemontana, dove si suppone che le risorse siano più scarse, rispetto alle più industriose cittadine di pianura. Lunedì 14 dicembre nella sala del Circolo Menocchio si sono presentati i risultati raggiunti e le prospettive future di questo modello di accoglienza diffusa che già rappresenta, per le realtà più avvedute, anche un'opportunità di sviluppo e di impiego con ritorni economici per il territorio ospitante. Quando poi dai monti si ridiscende al piano il panorama subisce qualche mutamento. Sono oltremodo evidenti il ritardo e l'approssimazione con cui le istituzioni stanno affrontando quella che erroneamente si definisce "emergenza" e che rappresenta viceversa un fenomeno epocale bisognevole di soluzioni strutturali e di lungo periodo. Il balbettio con cui il governo cittadino dei capoluoghi regionali sta approcciando il fenomeno negli ultimi mesi e in questi giorni suscita non poche perplessità. La stampa locale pordenonese ci ha di recente informato di come non si fosse in grado di allestire una tensostruttura da destinare a ricovero temporaneo dei migranti per mancanza degli allacciamenti. E in caso di calamità naturale, allora? I capannoni della Fiera non sono utilizzabili perché nei fine settimana non c'è il custode. Trovarne uno a chiamata è davvero impresa così improba con la fame di lavoro che ci viene proposta ogni giorno dai TG? Vi è poi la puerile sequela di obiezioni che si ripetono da troppo tempo sulle bocche di cittadini più lesti a digitar commenti sui social che ad affrontare una pacata riflessione: “portateli a casa vostra!”, “e le parrocchie quanti ne ospitano? e il centro islamico, allora?” Tutti noi attraverso le elezioni delghiamo alcuni cittadini ad occuparsi istituzionalmente della risoluzione dei problemi comuni, fornendo anche, chi più, chi meno, le risorse economiche necessarie allo scopo, attraverso il pagamento delle tasse. Di conseguenza, ci si aspetta che Sindaco e Prefetto in primis attuino con tempestività tutte quelle misure che possono efficacemente contribuire a risolvere il problema. Semplicemente perché è loro dovere e per questo sono pagati. Dal punto di vista politico il fenomeno migratorio, nella sua fase emergente, rientra nella gestione dell'ordine pubblico. La solidarietà umana è valore che appartiene alle coscienze private di ciascuno, invece, e può trovare espressione nei tempi e nei modi che ognuno liberamente decide di declinare. La carità è virtù che appartiene alle religioni e viene esercitata quotidianamente da molti fedeli e rappresentanti della Chiesa Cattolica e dell'Islam. La funzione dei singoli e del volontariato, però, come bene ha detto don Bruno Cescon, dev'essere sussidiaria. Nella realtà, invece, dobbiamo fin troppo spesso riconoscere l'incapacità di reazione, la mancanza di programmazione, la "timidezza" organizzativa di istituzioni che paiono distratte e indifferenti, quando non sono ottusamente ostili e restie ad affrontare questi temi. La sensibile differenza che si rileva nella percentuale di migranti ospitati in rapporto alla popolazione residente fra Veneto e Friuli Venezia Giulia testimonia come il pregiudizio ideologico e il tornaconto elettorale delle forze politiche in campo influenzi gli atteggiamenti e le scelte, a discapito di una più lucida analisi della realtà. Altrettanto privo di pregio pare essere l'altro leit-motiv che accompagna i commenti affrettati dei postatori compulsivi: prima si pensi ai nostri; già non ci sono quattrini sufficienti per gli italiani in difficoltà, perché spenderne per l'accoglienza degli stranieri? Tenendo lo sguardo puntato sul nostro campanile, è facile smentire anche questo luogo comune. A Cordenons, per esempio, proprio quelle forze politiche inclini a proclamar la precedenza degli indigeni, mentre in una recente seduta di Giunta assegnano 50 mila euro al fondo destinato a recare sollievo alle famiglie in difficoltà, contemporaneamente regalano una gita con pranzo incluso a 50 titolari di carta d'argento, spendendone altri 2.400. Quanti litri di latte e quanti pacchi di pasta si acquistano con 2.400 euro? Senza dimenticare che fino a qualche settimana fa altri 9 mila volevano essere impiegati nella costruzione di un cippo da collocare di fronte al cimitero cittadino a perenne memoria delle date storiche della comunità, e soltanto di fronte alle sdegnate proteste dei cittadini si è fatto marcia indietro... Se quindi non vengono destinati quattrini sufficienti agli italiani bisognosi si può concludere che non è vero che manchino le risorse. Solo che queste vengono talvolta indirizzate a soddisfare altre esigenze. Le posizioni preconcette di alcune formazioni politiche non mancano poi di influenzare con la loro pressante azione propagandistica le più malleabili coscienze delle periferie, dove si eleggono a laboratorio di analisi socio-politica le casette di Natale e si traggono auspici dai fiumi di birra affinché persone che hanno avuto la sola sfortuna di nascere nella parte sbagliata del mondo contribuiscano alla migliore riuscita del panevin epifanico ardendo fra i rutti dei villici.
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Parole sante e sagge
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