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e le note vengono aggiornate di quando in quando)

martedì 22 ottobre 2013

L'incredibile fiaba della palestra incantata (2)

Il consigliere donchisciotte Biason ci aveva provato. Con un Odg urgente depositato il 10 settembre 2012 aveva chiesto di fare marcia indietro sulla decisione di adottare una procedura negoziata per affidare i lavori di costruzione della palestra, atteso che “ ... l’importo a base di gara di 999.960 euro senza IVA può generare il sospetto che tale cifra sia stata adottata per eludere le norme previste per appalti superiori al milione di euro ...”.
Al momento della votazione, gran parte del centro destra (tanto quello che ora governa, quanto la diaspora successivamente passata all'opposizione) preferì però abbandonare l'aula e la Lega Nord votò contro. Fu chiarito che l'escamotage era a fin di bene: i tempi di un appalto pubblico mal si conciliavano infatti con la necessità di allacciare gli impianti fotovoltaici alla rete elettrica entro il 31 dicembre. Per cui, se la vogliamo fare, si fa così. E chissà se la magistratura contabile riuscirà a condividere il ragionamento con uguale nonchalance. Comunque, la relazione conclusiva della Commissione Speciale è soltanto al terzo posto nel menù della serata consiliare. Prima c'è da approvare il Regolamento sulle adunanze del Consiglio Comunale, e qui va in scena una indecorosa sarabanda di emendamenti dove le due componenti del centro destra (quello che governa la città) fanno a chi arriva prima. La Lega Nord, solitamente estranea a ogni dibattito, questa volta perde davvero numerose occasioni per rimanere in ascolto. Come usano fare i militari, confeziona i propri emendamenti “sul tamburo”, ma il marziale rigore, il puntiglio che contraddistingue gli uomini con le stellette, quelli proprio non riesce a eguagliarli. Riconoscendo alfine la supremazia stilistica dei colleghi del Pdl, si rassegna a ritirare mestamente alcune delle sue proposte confliggenti. Cifra comune della gragnuola di varianti è un puerile doppio tentativo di delegittimazione. Primo destinatario, il Presidente del Consiglio, ormai non più alleato, anzi, semmai fastidioso impiccio. Secondo obiettivo: la Commissione Speciale, del cui lavoro, per pura combinazione, si sarebbe successivamente dovuta approvare la relazione conclusiva. Fra un tiramolla e l'altro, l'avvocato Vampa lamenta che nella composizione della Commissione si è violato il principio della rappresentatività, dato che il Consiglio ha designato un rappresentante per ogni gruppo consiliare senza tener conto del peso politico di ciascun partito. Accademia tardiva. A questo proposito non fa mancare il proprio contributo il Divo Cesare (“Non volevo intervenire, ma siccome mi rompo...”), che con la dialettica di cui va fiero, dando le spalle al pubblico presente, enuncia in breve la propria teoria del tramai. Dopo un paio d'ore di melina, si conviene che è meglio sospendere l'argomento e rinviarne la discussione ad altra seduta.
Non appena il consigliere Fenos ha terminato di leggere la lunga relazione in cui si compendia l'incredibile fiaba della palestra incantata, prende la parola il Primo Cittadino. Ribadendo a più riprese di non voler entrare nel merito, vi è però una questione di sommo rilievo su cui corre l'obbligo di attirare l'attenzione degli astanti. Quando i giornali creavano allarme con notizie atte a turbare la quiete del villaggio e titoli scandalistici (“Palestra, trema la giunta di Cordenons: il sindaco sotto torchio”) dal Presidente della Commissione Speciale non una parola di solidarietà giungeva al borgomastro, che so, un telegramma, una pianta, un cestello di Mon chéri. Vergogna, non è così che si fa! Torna quindi alla ribalta la complicata relazione fra il Signorsindaco e gli organi di stampa. Ha un bel fare lui a ingegnarsi per non dire assolutamente nulla pur parlando per interi quarti d'ora. I diabolici cronisti sono in grado di ricavare comunque dai suoi interventi qualche significato da sbattere in prima pagina (be', insomma, in cronaca locale). E riescono sistematicamente a fraintenderlo (questa l'abbiamo già sentita...). Dopo aver assistito anche alla reazione dell'assessore Gardonio, che si limita ad una alzata di spalle (“Questo non è un tribunale”), donchisciotte Biason non ci vede più e tuona all'indirizzo di entrambi. Il Pdl si astiene, la questione non li riguarda. In fondo stiamo parlando soltanto di due milioni di euro scarsi. E sono soldi pubblici.

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